Pochi reperti, ma tante informazioni “messe in scena” con l’obiettivo di conservare e consegnare alle nuove generazioni i saperi legati al re civraxu, la star della festa del Borgo 2017. Questo e altro ancora è il museo del pane di Sanluri, inaugurato ieri mattina, nel cortile dell’ex frantoio, vicino al Municipio. A tagliare il nastro che ha dato il via al sistema museale cittadino, il sindaco Alberto Urpi e l’assessore regionale al Turismo Barbara Argiolas. Presenti Graziano Milia della Fondazione Banco di Sardegna che ha finanziato l’opera, autorità civili e militari e centinaia di visitatori.
IL MUSEO – “Semplice, elegante, ma soprattutto innovativo”, spiega il curatore, Paolo Sirena. Aggiunge: “Vuole essere storia, ma soprattutto qualcosa di attuale, interattivo. Le scritte e le immagini visive sono pensate per stimolare approfondimenti, recuperare il ricco patrimonio del pane, conoscere i protagonisti che hanno consentito di tenere aperta la finestra sulle tradizioni, la cultura e i momenti più significativi che ancora oggi regolano la vita della cittadina”. In altre parole: “Non il solito ammasso di oggetti, ma installazioni sensoriali, contributi audiovisivi, pitture murali e documentari che ripercorrono il cammino del chicco di grano dalla terra alla mensa di casa”.
IL PERCORSO – I livelli di lettura si snodano attraverso le sale: la terra, la semina, il giallo del grano, la cucina, la mensa bandita, al centro il civraxu, e infine il percorso multimediale. Ovunque immagini di vita vissuta, frasi di autori famosi e la storia del pane, scritta e illustrata in mini libri aperti. Un aspetto importante è quello formativo, con laboratori didattici, corsi e convegni organizzati dal comitato di valorizzazione del tipico pane. “Stiamo lavorando – ricorda il presidente, Fabio Matta – per completare l’iter di certificazione del marchio che dovrà favorire il progressivo ingresso del prodotto sul mercato della filiera corta”. Ricorda gli ingredienti base: “Lievito madre, acqua, grano locale, tanta pazienza e 7 ore di lavoro”.
IL PROGETTO – Grazie a un finanziamento della Regione di due milioni e 247mila euro, il Comune ha trasformato il vecchio frantoio nella Casa del pane. Uno spazio per i maestri dell’arte bianca e per la vendita del pane. Non ha trovato poi un gestore: quattro le gare deserte. Da qui l’idea del museo. “Ora -spiega Urpi – la struttura sarà fruibile, pronta a promuovere il nostro pane. Un biglietto unico col castello e il museo dei Cappuccini. Sui dettagli stiamo lavorando”.
Fonte “L’Unione Sarda del 25 settembre 2017”